sabato 20 luglio 2013

L'abbandono degli animali fra petizioni e business


Una famiglia su due in Italia possiede un animale domestico. I cani sono 6.800.000 e  i gatti 8.500.000. Eppure ogni anno in media 130.000 animali vengono abbandonati. Le ragioni sono tante. E potremmo sintetizzare il tutto con l'incapacità di prevedere l'impatto che una nuova presenza potrà avere nella propria vita. Nel periodo estivo si fa più evidente il problema: cani e gatti vengono lasciati in
autostrada, davanti ai canili, nei centri cittadini o in prossimità dei luoghi di villeggiatura. E i dati Doxa ci confermano che circa il 30% degli animali viene abbandonato proprio con l'arrivo della bella stagione, mentre oltre il 30%  dopo l'apertura della caccia. Abbandonare un animale  è  un'azione che non può essere accettata eticamente. E in molti casi diventa sinonimo di omicidio colposo, perchè  i cani che si trovano nella condizione di randagismo vagano spauriti e senza meta lungo le strade trafficate, rischiando di morire o di procurare incidenti mortali. Per affrontare la questione, la Lav  ha lanciato da qualche giorno una petizione popolare per una nuova ed efficace legge di prevenzione e contrasto al fenomeno del randagismo, mettendo in evidenza anche le spese che tale fenomeno comporta.
 Per ogni animale ospitato in canile, infatti, ogni Comune paga in media 1.000 euro all'anno. In totale sono circa 146.000 miliardi di euro spesi ogni anno in Italia, ma le cure per gli animali non sono adeguate e manca la volontà di fare adozioni. Ma a suscitare ulteriori preoccupazioni sono gli affari che si nascondo dietro il randagismo, che è diventato un vero e proprio business. Nel Rapporto Zoomafie 2013, redatto dalla Lav ,si legge che "il business legato alla gestione di canili “illegali” (strutture spesso sovraffollate e inadeguate sotto l’aspetto igienico sanitario e strutturale) così come il business sui randagi, mantiene intatto il suo potenziale criminale che garantisce agli sfruttatori di questi animali introiti sicuri e cospicui, grazie a convenzioni con le amministrazioni locali per la gestione dei canili. Solo nel 2012 sono state sequestrate almeno 4 strutture. Cuccioli affogati nell’acqua e gettati nell’immondizia, cani costretti a vivere in gabbie anguste, prive di riparo, e senza avere la possibilità di muoversi: questi alcuni casi accertati.
Aumentano i cuccioli importati illegalmente dai Paesi dell’Est, un’attività criminale che ha suscitato l’interesse anche dell’antimafia che l’ha citata nella sua ultima Relazione. 1360 cuccioli sequestrati (dal valore complessivo di circa un milione di euro), 29 persone denunciate di cui 14 cittadini stranieri: questi i numeri delle azioni di contrasto dell’anno scorso. Nel 2011 gli animali sequestrati furono 750. L’importazione illegale di cuccioli, vede attivi gruppi organizzati, che fanno uso di modalità operative raffinate, e che hanno reti di appoggio e connivenza. I cuccioli sequestrati provenivano prevalentemente dalla Slovacchia e dall’Ungheria, ma è stata scoperta una nuova rotta: da Malta alla Sicilia".




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