giovedì 25 aprile 2013

Economia del mare, i numeri del Molise



Sono incoraggianti per il Molise i numeri del Secondo Rapporto sull'economia del mare.
La ricerca elaborata da Unioncamere e presentata pochi giorni fa a Gaeta, durante la prima edizione degli Stati generali delle Camere di commercio sull’economia del mare,  indica un valore economico aggiunto superiore a 110 milioni di euro, con un'incidenza dell'1,9%
sul totale dell'economia mentre
sono circa 2100 gli occupati. Le imprese del settore sono 762 pari al 2, 2 % di quelle molisane e allo 0,4% di quelle operanti nel comparto. Nel rapporto si legge che l'economia del mare, nel suo complesso, se vista suol piano della distribuzione territoriale evidenzia una presenza nel Mezzogiorno di oltre 4 imprese su 10
( più di 87mila imprese in assoluto), più di un quarto al Centro (quasi 58mila imprese) e meno di un terzo al Nord (poco meno di 66 mila). Il mare rimane una risorsa importante per l'Italia, ma manca ancora una spinta propulsiva capace di sfruttare nel migliore dei modi l'economia. Occorrono investimenti in infrastrutture di raccordo, sia per valorizzare ciò che è già presente sui territori, sia per favorire l'afflusso di capitali per la manifattura made in Italy che trova le sue radici proprio nel Mezzogiorno, nella sua cantieristica leggera.
  In un ottica di economia internazionale, l'Italia può contare sul know-how e sulla qualità ma le sfide imposte dal mercato globale hanno incentivato le istituzioni a realizzare degli accordi fra Unioncamere e Ministero dello Sviluppo Economico per facilitare il collocamento delle imprese sui mercati esteri. Ora le imprese possono ottenere le informazioni dagli "sportelli per l'internazionalizzazione". 

   Fra le proposte avanzate dal Secondo Rapporto sull'economia del mare c'è quella di accogliere con fiducia la green economy. "Un'opportunità che le imprese non possono che cogliere- si legge nel rapporto- innovando per ridurre anzitutto l'impatto ambientale delle proprie produzioni, considerando tra l'altro, che all'interno del sistema mare sono presenti attività dall'elevata pressione sull'ambiente- come i trasporti e la cantieristica-, ma anche per qualificare i servizi offerti ai clienti- si pensi ad esempio al turismo
  sostenibile-, piuttosto che per valorizzare maggiormente i propri prodotti- anche solo pensando ai processi di lavorazione del pesce o ad altre attività come la stessa cantieristica". 

   Per raggiungere nuovi traguardi è auspicabile l'integrazione fra tutti i settori dell'economia. Afferma Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere : "L'economia del mare ha dato segni di grande
resistenza alle difficoltà congiunturali, vedendo aumentare la propria base imprenditoriale e segnando crescite sia sul piano produttivo sia su quello occupazionale.Un impulso economico che pone alla ribalta la necessità di disegnare le più efficaci linee strategiche per aumentarne l'intensità a medio come a lungo termine.Un obbiettivo che, data l'eterogeneità settoriale dell'economia del mare, può essere raggiunto solo attraverso la più stringente integrazione tra le politiche, da quelle dei trasporti a quelle agricole e ambientali, passando per quelle strettamente industriali e dell'innovazione, unitamente a quelle sociali e del lavoro".













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