venerdì 8 marzo 2013

Tares, aumentano i costi dei rifiuti

Nei prossimi mesi non sarà soltanto l’Imu a suscitare particolari preoccupazioni  ai cittadini. Da Aprile prossimo  faremo i conti con la Tares.  In cosa consiste ? E’ un'imposta basata sulla superficie dell'immobile di riferimento, che ha come obiettivo la copertura economica per intero del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti del comune. Per copertura intera del servizio si intende anche il pagamento dei cosiddetti “servizi indivisibili” vale a dire quelli che spettano a tutti come la sicurezza delle strade e l’illuminazione e senza una domanda individuale come avviene per il trasporto
pubblico o per l’asilo nido.

  I Comuni per ogni metro quadrato dell’immobile o dell’area occupata potranno applicare un aumento dell’imposta che oscilla fra 30 ed i 40 centesimi. Si stima che la spesa a carico delle famiglie subirà un aumento medio di oltre il 20% rispetto all'anno precedente. Per scoprire i costi dei rifiuti in Italia è sufficiente prendere in considerazione i dati del dossier di Cittadinanzattiva di Febbraio 2013.
Negli ultimi cinque anni il rincaro è stato del 17% su base nazionale. Nella classifica delle città  "tassatissime" nei primi posti ci sono Napoli (+87%), Bari (+63,5%), Trapani (+55%),
Roma (+53%), Avellino (+51%). I costi per il Molise sono aumentati del 27%. La sola città di Campobasso ha ottenuto un incremento pari al 34% con una Tarsu (tassa sui rifiuti solidi urbani) del +9%,  mentre ad Isernia viene riconosciuto il più basso costo in Italia per lo smaltimento dei rifiuti in un anno con una spesa di 122 euro. La scarsa qualità dei servizi di raccolta e di gestione dei rifiuti incide molto sull’ aumento delle tasse. Non è un caso che nel Sud la buona pratica della raccolta differenziata è ancora poco diffusa.
Dal dossier si legge: " manca una politica nazionale della gestione dei rifiuti, capace di legare gli elementi di costo ad elementi di qualità del servizio, a tutto vantaggio di chi continua ad operare in assoluta assenza di trasparenza. La conseguenza di tutto ciò è che in Italia più del 50% dei rifiuti va ancora a finire in discarica,
la raccolta differenziata stenta al Centro e al Sud e il coinvolgimento dei cittadini
nella valutazione del servizio, previsto dal 2008, è ancora un’utopia.”

  Se provassimo a tracciare un paragone con gli altri paesi della Comunità europea noteremo secondo Cittadinanzattiva che "In Italia solo il 34% dei rifiuti urbani viene recuperato, rispetto alla media europea del 40%; dopo di noi solo due Paesi della “vecchia Europa”: il Portogallo (19%) e la Grecia (18%). La metà dei rifiuti prodotti finisce in discarica, ben 15 milioni di tonnellate ogni anno, mentre in Europa viene mediamente conferito in discarica il 38% dei rifiuti".
I Paesi più virtuosi risultano essere Austria, Germania, Belgio e l’Olanda che dai rifiuti urbani
recuperano rispettivamente il 69, il 62 e il 61% della materia prima, con un conferimento in
discarica quasi inesistente.

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