venerdì 22 marzo 2013

Una finestra al quarto piano. Una presentazione

“Si può partire dal Mezzogiorno per compiere un nuovo sviluppo”. Ne è convinto Franco Garufi, autore del libro Una  finestra al quarto piano presentato ieri presso la sala mostre ARTES a Campobasso.
Il libro scritto in collaborazione con Andrea Montagni e Frida Nacinovich, presenta il punto di vista della Cigl su un problema ancora irrisolto in Italia : la cosiddetta questione Meridionale. L'incontro nasce da un'iniziativa di Mino Dentizzi  del nuovo soggetto politico  ALBA, che nella sua introduzione ha chiarito:
“Sebbene sia stato scritto in un periodo distante dai fatti politici che sono avvenuti negli ultimi mesi in Italia, possiamo comunque cogliere l’attualità del libro. Per avere una conferma basterebbe confrontare lo scenario delineato dal libro con gli ultimi dati del Censis in cui si evidenzia come il reddito medio del Sud è più basso di quello della Grecia. Dobbiamo tornare a parlare di economia partendo dai comuni- continua Dentizzi- soltanto in questo modo possiamo riuscire a recuperare le nostre identità, riducendo il fenomeno dell’abbandono dei territori. E’ necessario riscoprire l’agricoltura e rivalutare l’artigianato. Perché il Sud può tornare ad essere un’oasi verde che produce benessere”.
   
Ma da dove ricominciare? E’ questa la domanda alla quale l’insegnate Antonella Presutti ha voluto rispondere con il suo intervento. “Il Pil del Sud è in forte calo, il doppio rispetto a quello del nord. C’è una forte emigrazione, i giovani vanno via a causa dell’alta disoccupazione prevalentemente femminile. Il Sud è stato abbandonato.
E’ mancata una politica e una strategia che ne consentisse la ripresa.Il libro analizza il nostro paese partendo dalla seconda guerra mondiale- ci spiega Presutti- Anni in cui si cercava di venire fuori da una situazione drammatica, con una spinta propulsiva verso la trasformazione. Ci si poneva la questione agraria ancora non risolta. Negli anni '50 nonostante le occupazioni delle terre e le proteste dei contadini che volevano l'esproprio dei latifondi e la redistribuzione delle terre, non abbiamo ottenuto delle risposte concrete. Non siamo riusciti a creare un vero soggetto collettivo nel senso gramsciano del termine".
Nemmeno la Cassa del Mezzogiorno è stata una risposta politica valida. Il problema è che questi fondi non furono utilizzati come dovevano, sono serviti soltanto per creare consenso politico, di fatto per comprare voti. Inoltre si sono create delle cattedrali nel deserto cioè poli fuori contesto, ad esempio industrie senza indotto con carenze di infrastrutture e trasporti. Le risorse convogliate nel Mezzogiorno finiscono per essere controllate dalla mafia. Antonella Presutti ha evidenziato come la "Questione è  ancora non risolta perché il Sud    continua a rimanere ancora oggi come un soggetto lontano dal concetto di unità d’Italia, ed è soprattutto il binomio meridione-malavita a prevalere come pregiudizio. Ma la realtà ci dimostra che i mali del Sud sono i mali dell’Italia. Inoltre, c'è un centro e una  periferia anche al Sud, all'interno di una stessa area. Oggi dobbiamo interpretare le forze che stanno nascendo riproponendo lo slancio dell’utopia".
   

  Durante la scrittura del libro, nel giugno 2012, si poteva già scorgere che la società italiana stava cambiando, e le prime novità sono venute proprio dal Meridione. Basta guardare la Sicilia che ha segnato l’inizio di un cambiamento nazionale. Lo ha  riconosciuto  la giornalista parlamentare Frida Nacinovich. Ed ha  aggiunto: “ Per far emergere come è cambiato il Sud ,quando ci incontravamo per discutere sugli argomenti e registrare i nostri dibattiti, notavamo che il punto di vista della CGIL era necessario per rompere gli stereotipi    che per troppi anni hanno caratterizzato il Mezzogiorno”. Per compiere questa svolta,  bisognava  riconoscere e individuare i responsabili della crisi sistemica dell'Italia e del Sud in particolare. Andrea Montagni, sindacalista di Firenze,  ci ha mostrato  in questo senso un ulteriore aspetto dell'analisi: “Il libro è una dura critica alla classe dirigente della sinistra. Una classe dirigente che non ha saputo rispondere alle istanze delle persone, e in questo le regioni meridionali  hanno pagato di più. Non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista intellettuale. I movimenti non si sono sentiti rappresentati negli ultimi anni dalla sinistra e la stessa classe operaia è ormai smarrita. Ci sono questioni ancora non risolte- sottolinea Montagni- perché   le mafie e la corruzione sono entrate sempre di più nel sistema. E’ la politica che preferisce fare affari con la mafia".
   
   Il cambiamento sociale dell'Italia e del Sud deve guardare al passato ma è necessario compiere una vera trasformazione. E' di questo avviso Ermina Mignelli della CGIL Molise, che ha affermato:
"Manca una politica e una sinistra che sappia farsi una vera autocritica, che sappia riappropriarsi gli spazi ora nelle mani del populismo,e di chi sa parlare alla pancia. Per troppi anni lo sviluppo industriale è stato dettato dalle politiche del Nord- anche in Molise- non conoscendo il tessuto sociale e questo è stato fallimentare". 
In chiusura Franco Garufi ci ha invitato a prendere le distanze da alcuni aspetti degenerativi della democrazia:
"La politica non può cedere a semplificazioni. La politica è complessa. E’ fatta di apparati, e di ingranaggi difficili ma che sono gli stessi che hanno consentito la stabilità e la forza del diritto. Lo stato attuale delle cose-afferma  l'autore del libro- ci impone di muoverci in direzione di una politica della sicurezza che può trovare una sua applicazione soltanto se ci sono dei progetti validi e frutto di un’analisi attenta. Non possiamo permetterci ad esempio di uscire dall’Europa sebbene alcune politiche fino ad ora adottate non sono più condivisibili. L’eccessiva semplificazione rischia di far scomparire il Meridione".

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