venerdì 8 febbraio 2013

Salviamo la Costituzione e l'ambiente, il dibattito con i candidati alla presidenza della Regione Molise

“Siamo un’associazione che vede nella costituzione lo strumento per soddisfare i bisogni comuni. Un modello sta tramontando, e non possiamo aspettarci dei miracoli. Pensiamo che le risposte debbano essere calibrate ed essere cercate nelle risorse locali. Pensiamo che l’etica della politica è anzitutto etica della responsabilità di fronte ad una situazione di grave crisi economica. Ma quali risorse ha questa piccola regione che rischia di essere  cancellata? La risorsa è l’ambiente con la sua storia e la sua identità

produttiva e culturale. La regione Molise può diventare un terreno di attrazione solo se si apre e non si chiude in se stessa, a partire dai suoi piccoli centri”.Con queste parole Maria Giuseppina Fusco, presidente dell’Associazione Molisana Salviamo la Costituzione ha introdotto il dibattito Ambiente e possibili linee di sviluppo del Molise che si è svolto ieri alle 17,00 presso la Biblioteca Provinciale “Pasquale Albino” di Campobasso.

L’invito è stato rivolto  ai candidati alla presidenza della Regione Molise. Sono intervenuti Massimo Romano (Costruire Democrazia), Michele Iorio( PdL), Antonio De Lellis( Rivoluzione Democratica ), Antonio Federico( Movimento 5Stelle), Nanni Piacentino che ha sostituito Paola di Laura Frattura (Pd).

Hanno coordinato la discussione Vittoria Tudisco e Pina Petta, le quali hanno rivolto alcune domande ai candidati con una premessa:

“L’ambiente è contaminato, le polveri sottili di Venafro , la diossina che ha contaminato i prodotti alimentari, la chiazza di petrolio che ha coinvolto il mare di Termoli, il Biferno inquinato, la diffusione delle centrali biomasse. Ma è soprattutto la crescente diffusione delle malattie tumorali che suscita preoccupazione e diventa necessario redarre un registro dei tumori. Dobbiamo capire se le nostre paure per questo fenomeno hanno un senso. Bisogna mettere in relazione l’ambiente con la salute”.


In che modo dimostrate la vostra responsabilità nei confronti dei cittadini e del territorio?



Massimo Romano:

“In materia d’ambiente e di governo il nostro programma attribuisce al binomio ambiente-salute un’importanza molto concreta e molto specifica. Vogliamo migliorare il registro dei tumori che è stato istituito ma non ha ancora dati tali da svolgere la funzione epidemiologica del caso. E' necessario procedere come è richiesto dalla legge alla mappatura della qualità dell’aria. Siamo consapevoli del nesso eziologico fra incremento delle malattie e l’inquinamento ambientale. E pertanto abbiamo voluto candidare un’oncologa. Il nostro è un investimento nell’ambito ambientale concreto e di natura politica. Riteniamo inoltre che sia necessario un modello di sviluppo ecosostenibile ed ecocompatibile, recuperando il valore della terra, salvaguardandolo dall’eolico selvaggio.  La direzione da seguire coincide con uno  sviluppo economico che vede nel recupero dei centri storici una risorsa”.



Michele Iorio:

“Non ho mai avuto la responsabilità diretta per quanto riguarda alcune vicende del territorio. Dobbiamo prendere atto che sono stati fatti degli investimenti per la conservazione del territorio, persino per i centri storici che sono onerosi e per i quali è richiesta una particolare sensibilità da parte dei cittadini. Siamo intervenuti anche grazie alla possibilità di avere a disposizione delle cifre importanti in seguito al terremoto soprattutto in provincia di Campobasso. Dobbiamo aggiungere che abbiamo delle carenze e delle emergenze che riguardano l’area venafrana e termolese. In particolare per quanto riguarda le industrie chimiche,  più delle centrali turbogas. Prendo l’impegno a fornirvi i dati sulla qualità del’area del Molise. E anticipo che i punti focali d’inquinamento coincidono con le strade con molto traffico urbano che sono la causa delle polveri sottili. Oggi dobbiamo portare avanti una seconda fase di sviluppo con gli investimenti per la rivalutazione ambientale. Penso al Museo di Pietrabbondante e Larino. Dobbiamo stipulare delle convenzioni per il turismo ambientale e culturale per un modello di sviluppo”.



Antonio De Lellis:

“L’esperienza della nostra lista vede nell’ambiente il filo conduttore di tutte le lotte. Io sono di Termoli e nel mio territorio abbiamo avuto un aumento significativo di tumori. I dati della fondazione Lorenzo Milani insieme all’Istituto Superiore della Sanità ha rilevato una certa difficoltà ad ottenere dati soprattutto da parte dell’Arpa. Nonostante la difficoltà riscontrata nel raccogliere i dati, abbiamo notato una freddezza nel recepirli. I politici non hanno visto l’allarme. Eppure le parole degli scienziati evidenziano un aumento significativo di tumori,

considerando solo i morti e non i malati. Il problema c’è. La regione dovrebbe avere una cabina di regia con una sua visione. Bisogna comprendere che il sistema adotta politiche per fare profitti attaccando la terra e i bisogni rigidi come l’acqua. In Molise l’acqua si vende a 60 centesimi al metro cubo. Ci sono beni che vanno gestiti in maniera democratica”.


Antonio Federico:



“Gli attivisti del Movimento 5 stelle molisano vogliono la salvaguardia dell’ambiente e per questo abbiamo  degli esperti del settore. E’ importante l’informazione per i temi come la salute: dal registro dei tumori alla qualità dell’aria. Dobbiamo capire la cause che portano al’abbattimento dei beni essenziali. Spesso i problemi dipendono dalla visione miope per questi problemi da parte delle amministrazioni e dalla mancanza di un sistema che tenga conto di questioni come l’energia, della gestione dei territori e dei rifiuti. Mancano delle visioni programmatiche chiare e a lungo termine che permettano di avviare dei processi virtuosi anche per l’economia che si sviluppa grazie alla salvaguardia del territorio e all’ utilizzo delle risorse naturali. Non dobbiamo consentire alle multinazionali di sfruttare il territorio per i loro scopi”.



Nanni Piacentino:

“Non sono qui in sostituzione di Frattura casualmente. Sono qui perché mi occupo all’interno della mia colazione d’ambiente. L’ambiente manca di un vero programma. Noi siamo completamente differenti dalle vostre proposte. Nei prossimi giorni vogliamo illustre dei piani in incontri tematici: la difesa delle coste e un programma d’integrazione metropolitana. La nostra regione ha due problemi di scala: ha un numero di popolazione come una piccola città con i problemi di una metropoli. E’ facile far riferimento alle malattie quando si parla d’ambiente ma la relazione è molto complessa. Gli studi che si effettuano al riguardo rispondono a precisi protocolli di sicurezza. Fino ad ora gli studi sono stati condizionati dal desiderio di riscontrare dei risultati e non possono essere considerati del tutto attendibili. Possono essere utili per indicare vie di indagine ma occorre  un maggiore coordinamento dei settori per ottenere dei validi risultati. Spesso c’è un problema di linguaggio quando affrontiamo questioni come l’energia: si parla ad esempio di turbogas senza sapere bene di cosa si tratta”.



Abbiamo una regione al 90% franoso, c’è un problema di dissesto idrogeologico.
Come dobbiamo affrontare questo problema?



Massimo Romano:

“Il tema del dissesto idrogeologico riguarda il Molise, ma per onestà intellettuale sostengo che debba ottenere l’attenzione dello Stato centrale. Le alluvioni e le inondazioni hanno dimostrato infatti che c’è stata una disattenzione politica per prevenire i rischi senza adeguati investimenti di ingegneria ambientale per la sicurezza del territorio. La conformazione morfologica e orografica del Molise richiede la necessitò di relizzare piani non solo in termini ingegneristici ma soprattutto in termini di investimenti economici per monitorare le aree più a rischio scongiurando delle vere e proprie catastrofi e per consentirne la messa in sicurezza. Sono necessarie aree di forestazione. Sono necessarie misure per lo sviluppo antropico di alcune zone a rischio idrogeologico. E’ la presenza dell’uomo che ne garantisce la sicurezza, sviluppando l’agricolture ed effettuando bonifiche ambientali”.

Michele Iorio:

“La nostra regione ha un primato: quello delle frane. Il Molise è al primo posto nelle classifiche redatte dal Ministero dell’Ambiente. La struttura della nostra terra è abbastanza debole e quindi è una emergenza. Gli investimenti sono insufficienti poichè gli investimenti statali sono ridotti. Negli anni passati abbiamo effettuato degli investimenti proficui per la forestazione, salvaguardando alla base le strutture delle aree franose. Abbiamo realizzato numerosi piani per la protezione dei fiumi riducendo i pericoli nei territori. Le difficoltà maggiori si riscontrano perché non si raggiungono delle intese sui progetti e quasi mai si realizzano in tempi utili. Spesso devono trascorrere dei decenni affinchè si ottenga un esito condiviso. C’è la difficoltà ad intervenire anche nelle emergenze.Abbiamo bisogno quindi di maggiori fondi, investire nel territorio,semplificare le procedure per la realizzazione dei progetti e degli interventi. La prevenzione è un tema nazionale e non solo regionale”.

Antonio De Lellis è stato sostituito da Emilio Izzo:

“Le vere frane sono gli uomini. Mettiamo ai posti giusti persone sbagliate coinvolte nelle logiche del profitto del territorio. E’ la cementificazione selvaggia che crea problemi. Quella che potrebbe sembrare una mia malattia se poi diventa evidenza allora è necessario un esame di coscienza. Il fiume cittadino di Isernia è sommerso dal cemento, e quando piove si allagano tutte le attività. Non bisogna costruire contrastando la natura. Oggi abbiamo tutti gli strumenti per conoscere i luoghi sui cui è possibile costruire. Siamo abituati a leggere libri dimenticando quello che abbiamo letto, forse è necessario lasciare qualche libro sullo scaffale e uscire nel territorio. Basterebbe ricordare il viadotto Ingotte dove sono stati buttati miliardi senza sapere se quel tracciato reggerà. Come anche i viadotti di Agnone.
Il cemento armato diventa spesso fonte di inquinamento non solo come materiale inattivo ma anche come materiale attivo perché è responsabile di molti cataclismi”.

Antonio Federico:

“L’entità del danno dipende dal’intervento dell’uomo. Sono importanti le politiche di riforestazione fatte con dati certi ed effetti certi. E’ necessaria una politica per bloccare il consumo di territorio che deve valere sia per i grandi centri che per i piccoli centri. Bisogna ribaltare il modello di sviluppo basato sulla speculazione edilizia. Se negli anni sessanta esisteva una cultura di investimento nel mattone oggi dobbiamo mettere in sicurezza l’esistente dal punto di vista sismico, dal punto di vista del dissesto idrogeologico, dal punto di vista dell’efficienza energetica. Sono necessari degli indirizzi chiari, specificati anche nel nostro programma”.

Nanni Piacentino.

“Non dobbiamo guardare la realtà idrogeologica come un oggetto. La natura è un soggetto vivo che comprende anche le frane. Alcune nascono spontaneamente, altre dipendono dall’intervento dell’uomo. Dobbiamo seguire l’indirizzo naturale. Occorre una manutenzione attenta delle risorse idriche, e una manutenzione per rimuovere le opere che potrebbero avere un impatto negativo. E’ inevitabile accettare che la natura compie il su corso. Un discorso a parte va fatto per la riforestazione. La nostra regione è ricca di boschi ma ha subito una deforestazione”.



C’è un punto di congiunzione fra di voi? Tenendo conto che l’ambiente è l’unico patrimonio che abbiamo, come possiamo coniugare ambiente, salute, lavoro e quindi l’occupazione?



Massimo Romano:
“La strada possibile da imboccare è opposta a quella che si va profilando all’orizzonte dei molisani. Bisogna partire dalla constatazione che le note lobby dell’energia hanno già messo le mani sul territorio ed ora vogliono occupare le istituzioni politiche. Continuo pertanto a fare una battaglia sul conflitto d’interessi fra affari pubblici ed affari privati, perché- come è noto- non consentirò mai a soggetti di sfruttare la politica per soddisfare i propri interessi privati in materia di energia, sviluppo e ambiente. E’ un problema etico prima che politico, ed il pericolo si fa più evidente se consideriamo che la nostra regione si trova al confine con territori non proprio pacifici come quelli molisani. Nella piana del Matese immagino un investimento in produzione di alimenti agroalimentari, di tutela dell’acqua e del settore caseario. Non credo che possa esserci invece un difesa della turbogas che si realizza per una questione di interessi privati. Sulla piana di Venafro c’è la presenza di cementifici e di centrali a biomasse che finiscono per smaltire di tutto. Il Molise non può dipendere da gruppi trasversali che vorrebbero trasformare il territorio in una pattumiera da riempire con le sostanze inquinanti provenienti da territori extraregionali. Sono contro anche quei signori che hanno consentito le palificazioni eoliche anche su aree tratturali. E’ un problema che dipende dalle coalizioni politiche che vogliono semplicemente sfruttare il territorio accogliendo qualsiasi atteggiamento di trasformismo insieme ad atteggiamenti omertosi da parte di comparti strategici delle istituzioni locali”.



Michele Iorio:

“La nostra regione ha 136 comuni con una popolazione che ha molti comuni con circa mille abitanti. Bisogna continuare a sviluppare le attività per mantenere in piedi dal punto di vista demografico la nostra regione. Sfruttando un turismo compatibile con questa realtà con piccole aziende, con il commercio, l’agricoltura, e l’assistenza sanitaria garantita.
E’ necessario muoversi negli investimenti per creare lavoro nelle piccole realtà periferiche, con lo sviluppo tecnologico, delle università e dei centri di ricerca non solo sanitari in direzione dell’eccellenza. E’ stato realizzato ad esempio il progetto Geosat Molise, 20 milioni di euro che significa collocare a Campochiaro una serie di vetture spaziali rivolto a tanti giovani ingegneri insieme ad un consorzio costituito dalle università del Molise, la Regione, l’Agenzia Spaziale Italiana”.



Emilio Izzo.

“Potrei dire che il territorio è stato tutto devastato ed io mi propongo come il nuovo modello di sviluppo. Io con qualche mio amico mi trovo ancora a difenderlo. Auguro buona fortuna a coloro che collaborano con me. e che occuperanno   qualche poltrona, ma sono sicuro che mi ritroverò su qualche marciapiede a protestare come è successo per la centrale a biomasse di Vinchiaturo. Dal sentire al fare non bisogna far emergere soltanto parole, perché passiamo dall’Eden ad una vera e propria schifezza. Si parla del problema dell’ eolico da anni ma è ormai ovunque. Delle centrali si parla, ma tra quelle installate e quelle scongiurate si dimentica quella di Presenzano.Il modello di sviluppo non deve rimanere nella mente perché l’uomo è dipendente dall’ambiente e deve lavorare in funzione del territorio altrimenti le nuove generazioni non troveranno il nuovo territorio. Non c’è stata da parte della maggioranza e dell’opposizione fino ad ora una difesa sfegatata del territorio”.



Antonio Federico:

“La pianificazione è fondamentale. Occorrono filiere energetiche per creare occupazione e ridurre l’impatto ambientale. Bisogna ridurre gli sprechi energetici, come l’energia termica.

Si devono utilizzare le energie rinnovabili che non sono soltanto le centrali a biomasse o le pale eoliche a svantaggio dell’agricoltura,  o utilizzando pannelli solari che non possono essere smaltiti.

Bisognerebbe creare le condizioni per far sfruttare la reale energia di cui si ha bisogno. Si possono realizzare ad esempio impianti che producono energia termica ed elettrica. Creando l’energia in base alla dimensione dei quartieri e delle comunità possiamo risparmiare”.



Nanni Piacentino:


“Esprimeremo le nostre idee in materia di energia in appositi convegni. Lo sviluppo compatibile è una esigenza non solo della regione ma è una esigenza di civiltà. Eppure dobbiamo riconoscere che ci troviamo in una situazione di vantaggio”.

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